Dopo Ilva, Terni e Piombino tornano in mani italiane
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Ilva, Terni e Piombino tornano in mani italiane
Dopo il rincaro dell’acciaio, si va sempre di più verso un acciaio totalmente made in Italy.
Questo è ciò che si aspetta in meno di un anno, ponendo fine alla stagione delle multinazionali straniere. Le tre capitali Italiane della siderurgia Taranto, Terni e Piombino, passeranno di proprietà:
a maggio del 2022, secondo gli accordi, Acciaierie d’Italia (ex Ilva) sarà sotto il controllo di Invitalia;
entro settembre 2021 il colosso tedesco ThyssenKrupp deciderà a chi consegnare la trattativa per l’Acciai Terni, al momento invece si profila un testa a testa tra i gruppi Arvedi e Marcegaglia;
Piombino invece, dove non è mai decollato il rilancio targato Jindal e, mentre anche lì si prospetta un affiancamento pubblico, quindi Invitalia, un folto gruppo di aziende siderurgiche italiane da Arvedi agli acciaieri veneti, ha presentato al governo un progetto comune, alternativo alla multinazionale indiana.
Quindi si preannunciano movimenti che potrebbero avviare un riassetto della siderurgia nazionale, come promesso dal ministro Giancarlo Giorgetti, ma al momento resta tutto sulla carta fin quando non si raggiungeranno gli accordi.
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